Linosa, il tuo viaggio nel cuore del Mediterraneo
La casa si suddivide in 3 appartamenti:
Linosa è un’isola per costituzione di natura vulcanica ubicata nel Canale di Sicilia, al centro del Mediterraneo. Essa fa parte dell’arcipelago delle Pelagie, che comprende anche Lampedusa e Lampione. Ha una forma quasi circolare e una superficie di 5,4 kmq. Dati radiometrici evidenziano per l’isola un’età di un milione di anni.
Prime costruzioni in "Via Vittorio Alfieri". Foto del 1909
"Via Re Umberto"
"Via Regina Elena"
Discesa "Via Regina Elena"
Porto "Scalo vecchio"
Braccio: "Scalo Vecchio"
Attesa al molo (non essendoci un porto il traghetto non poteva attraccare, spettava ai Linosani raggiungerlo con le loro imbarcazioni)
L' imbarcazione di un vitello
Barca usata per il trasporto dei vitelli sino al traghetto
Rematori
Filari di fico d'India , pasto principale dei vitelli
Il 25 aprile 1845, trentatré pionieri approdarono sulla disabitata isola di Linosa attirati dalle allettanti promesse fatte da Ferdinando II di Borbone circa l’utilizzo di ottanta salme di terra e la rendita di tre tarì al giorno. Con la caduta del Regno delle Due Sicilie gli abitanti si trovarono abbandonati a se stessi e lasciati da soli a fronteggiare una situazione sempre più prossima alla tragedia. I lunghi anni di sacrifici, e d’incessante lavoro dei coloni per lo sfruttamento delle isole, avevano ricevuto così un una risposta beffarda.
Storicamente il primo novecento non apportò alcuna modifica alla vita sociale di Linosa poiché essa era così lontana da tutto il resto del continente che non si prestava ad una preparazione politica nemmeno per mezzo della stampa; solo dopo la seconda guerra mondiale l’isola si aprì ad accogliere ed interiorizzare i risultati di una nuova situazione politica. La visita del Ministro degli Interni, Paolo Emilio Taviani, toccato dalla miseria e dall’abbandono dell’isola, dette rimedio a quelle condizioni di vita al limite della sopravvivenza.
Nel periodo che intercorre tra la fine degli anni Sessanta e la fine degli anni Ottanta, le condizioni in cui versavano i linosani ebbero un progresso radicale. L’installazione di una centrale elettrica nel 1967, la realizzazione di un dissalatore nel 1973, la costruzione di una scuola, di strade, fognature, caserme diedero lavoro e assicurarono a numerose famiglie una certa solidità finanziaria.
Linosa, sin dai tempi della colonizzazione, fu abitata da persone che da sempre hanno tratto sostentamento dalla campagna e dal mare. In tutti questi decenni gli abitanti hanno così svolto entrambe le attività, l’agricoltura e la pesca, spartendo i prodotti tra la famiglia, i parenti e gli amici, mentre unica fonte di guadagno era costituita dalla vendita di bovini nella vicina Lampedusa. Il subentro delle suddette modifiche sociali spinse gli isolani, che riscontrarono l’opportunità di guadagni migliori sia nell’edilizia che nel turismo, a poco a poco a lasciare la campagna e le relative attività correlate.
Nonostante i cambiamenti riscontrati, la dimensione logistica locale indica che proprio il fatto di essere delimitata da uno specifico territorio costituisce il dato essenziale che distingue quel sistema sociale che definiamo comunità da altri tipi di sistemi sociali.
Economicamente, l’afflusso estivo di centinaia di turisti, i quali giungono per vedere le bellezze naturali di un’isola che è rimasta vergine e incontaminata, ha avuto effetti positivi. In pratica ad una condizione di povertà si è sostituita una condizione economicamente migliorata.
Sono tanti coloro che lavorano nell’edilizia, sempre ricollegabile ad un turismo estivo ingente. In numero irrisorio risultano gli impiegati (alle Poste, alla centrale elettrica, al Comune, al dissalatore e nella pubblica istruzione); alcuni vengono saltuariamente impegnati nel rimboschimento, altri sono dediti al commercio. Quasi tutta la popolazione trae una consistente fonte di guadagno dal turismo, soprattutto mediante la locazione di monolocali e appartamenti oltre all’affitto di mezzi di trasporto; tanti vengono, poi, assorbiti nelle varie attività di ristorazione, riuscendo a compensare quindi, la crisi nel settore primario.
La donna contribuisce alla conduzione economica della famiglia tanto quanto l’uomo, adattandosi a svariati mestieri. Un tempo aiutava il marito nei lavori nei campi e nell’allevamento, e ancora oggi, sebbene il suo intervento e la sua collaborazione siano saltuari, essi rimangono preziosi, come ad esempio nelle circostanze della pulizia delle lenticchie e nella raccolta e salatura dei capperi. Contemporaneamente, essa si rende utile occupandosi sia del turismo che delle varie opportunità che le vengono offerte. E’ sempre la donna, poi, la principale artefice della preparazione di salsa e pelati, nella conservazione delle verdure e nell’essiccazione di pomodori e fichi, nella preparazione del vino cotto e delle marmellate.
Purtroppo qualsiasi attività presente nell’isola non prevede alcuna possibilità di effettiva espansione, sia per le modeste estensioni del territorio che per l’esiguità degli abitanti. E questa è una fra le tante caratteristiche di Linosa, cioè il perdurare, per tanti anni, di una condizione che non si può dire misera, ma di decente povertà.
Guarda il video sull'economia dell'isola:
Per saperne di più è possibile trovare un elaborato di circa 60 pagine intitolato “La comunità di Linosa: l’incidenza del mutamento socio-economico nelle relazioni sociali” che si prefigge l’obiettivo di descrivere e individuare i più incidenti cambiamenti registratesi a Linosa, al fine di dimostrare quanto e il modo in cui tali mutamenti hanno inciso sulla trasformazione delle relazioni sociali tra gli abitanti del luogo. Il primo capitolo è di ordine storico e ricostruisce la storia moderna dell’isola a partire dal 1845 sino a giungere ai giorni nostri. Il secondo, invece, pone l’enfasi sull’intero assetto economico e su come questo si sia evoluto nel giro di qualche decennio in maniera repentina modificando quasi completamente lo stile di vita e le condizioni di ogni isolano. E per finire, il terzo si focalizza sull’ampia rete delle relazioni sociali e in particolare sul passaggio da relazioni forti e calde all’interno delle quali la reciprocità era gratuita, a forme di mercificazioni, in cui le relazioni personali sono mediate dal valore dell’oggetto, attraverso il denaro. Il tessuto complesso dei rapporti sociali viene al contempo ricollegato con lo studio delle interdipendenze con le altre sfere, fra le quali l’influenza esercitata dell’arrivo dei mass media e il conseguente processo di globalizzazione. Affinché le ipotesi fossero ritenute attendibili, l’autrice, ha fatto ricorso oltre che all’analisi documentaria (insufficiente data la frammentarietà e vaghezza delle fonti) anche al metodo dell’osservazione diretta sul campo e a quello dell’intervista face to face.
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